I versi della sezione "Poesie dopo Gaza" si aprono con il richiamo ad Adorno che ripropone un vecchio tema: si può ancora fare poesia dopo l'orrore? Sì, è la risposta, e "noi che amiamo la vita", riecheggiando Darwish, lo sappiamo. Il testo parte come uno spartito musicale. Con i suoi andamenti, i suoi vuoti e i suoi pieni, i suoi leit motiv: "pagine senza gambe/parole senza ritorno". La metrica si spande sulla pagina dissonante e quasi riproduce musicalmente le macerie. Che rimandano alle nostre macerie spirituali, quelle della Fortezza Europa! Poi la suite assume una forma più propriamente lirica, ma da poesia civile e compaiono diverse figure con cui l'autore intesse un doloroso dialogo che tiene vivo l'orrore e la resistenza all'orrore. Giuseppe Conte. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.